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I segreti di 50 anni di musica

Il critico musicale Mario Luzzatto Fegiz viene intervistato alla conferenza autobiografica dal titolo "I segreti di 50 anni di musica" tenuta alla Milano Art Gallery Venerdì 18 Ottobre 2013 nel contesto del Festival Artistico Letterario "Cultura Milano". L’evento è stato organizzato dal curatore Salvo Nugnes.

Quando nasce la passione per la musica? E quali sono stati gli esordi della carriera di critico musicale?

Nasce alla Rai alla fine degli anni 60’ in un programma che si chiama per voi giovani, il direttore è Renzo Arbore, a un certo punto questa direzione sceglie di prendere per le parti parlate da me, e per le parti musicali a Paolo Giaccio , ad un certo punto Paolo Giaccio viene trasferito a Londra, e io mi ritrovo ad occuparmi anche di musica, per cui non ero assolutamente preparato e molti sostengono che negli ultimi 40 anni la situazione non sia cambiata da li poi mi ritrovo a passare al corriere della sera dove il primo posto importante essendo disponibile nel 76’ è quello di critico musicale, io entro nel 71’ nel corriere e nel 76’ vengo nominato critico musicale, al posto di Vincenzo Buonassisi che poi diventerà un grande gastronomo e da li poi ho continuato la carriera di critico e poi sono diventato anche inviato, ovviamente ho avuto anche la fortuna di fare molta radio e molta televisione, quindi di lavorare su più mezzi e di essere soprattutto un volgarizzatore cioè uno che scrive per chi non capisce niente di musica, e non solo per chi ci capisce.

Come vede l'attuale situazione discografica e come si è trasformata nel tempo?

La situazione discografica subisce varie evoluzioni c’è un periodo in cui qualunque deficiente si metta a fare il discografico e fa i miliardi, poi le cose cambiano, all’inizio le case discografiche sono molto importanti perché hanno la direzione artistica che condiziona in maniera molto importante la produzione, poi col tempo i direttori artistici perdono potere e tutto finisce in mano a produzioni esterne, la parte creativa, e la casa discografica resta una struttura essenzialmente di finanziamento e di distribuzione, adesso la polverizzazione della produzione della distribuzione con internet mette in crisi definitivamente questo ruolo, diciamo poi che, è una cosa molto cattiva, le case discografiche, c’è stata una selezione al contrario, alla prima crisi chi aveva delle possibilità ha trovato un altro posto di lavoro e quindi sono rimasti forse gli elementi meno capaci che ha accelerato la decadenza delle (mescer?).

Una riflessione sulle più significative evoluzioni in ambito musicale degli ultimi anni

Ogni decennio ha avuto la sua droga e la sua musica, è tutto molto collegato, negli anni 60’ è il momento della libertà sessuale, della grande utopia, siamo belli siamo giovani, la sifilide sconfitta, dell’AIDS non se ne sente parlare, c’è la pillola anticoncezionale, e avanti Savoia.
Negli anni Settanta c’è il primo shock petrolifero, quindi siamo brutti, siamo disoccupati, siamo incazzati, ci mettiamo gli spilloni, punk.
Negli anni Ottanta sono gli anni della rendita (l’audio salta non si sente nulla)
Negli anni Novanta c’è lo sballo del weekend, l’ ecstasy, e della tecno.
E poi ho perso il conto, non so più cosa dire perché tutto talmente polverizzato che non capisco.
La vera evoluzione è che oggi per far felici mille consumatori ci vogliono ottocentosettanta titoli, mentre negli anni Sessanta per far felici mille persone bastava un titolo.

Come è stato il debutto teatrale con lo spettacolo da lei ideato e interpretato "Io odio i talent show"? Come è impostato il libro dal titolo omonimo?

Allora lo spettacolo nasce prima del libro, è uno spettacolo che nasce come un reading nelle mani di Maurizio Colombi, regista, diventa spettacolo teatrale, e rappresenta nella mia vita personale, forse uno shock grande quasi come il servizio militare, perché la rappresentazione teatrale mi era completamente estranea, io ho fatto televisione ma mai teatro, il teatro è rigore, pazienza, consiste in uno spettacolo, in un copione, pazze per pezzo, palmo a palmo, ed è tra le esperienze più emozionanti che mi siano capitate, mi piace il teatro, rispetto il giornalismo, perché nel giornalismo bisogna dire la verità, nel teatro si può anche inventare, e questo è molto divertente.
Il libro nasce dopo e contiene parte dello spettacolo , una piccola parte ma il grosso sono proprio grandi esperienze professionali, ed è un condensato del meglio dei miei 5000 articoli, è un libro da consultare, è un libro scritto in maniera non pedante, è tutto meno che un saggio, è ci sono delle cose che non avrei mai potuto rappresentare anche piuttosto imbarazzanti.

L'esperienza in radio e la trasmissione su Radio Rai2 di grande successo "Fegiz Files"

Allora della radio nasco dagli anni 60’ e per me è un luogo magico, ho fatto anche radio private, le ho fondate, diciamo che la radio di bordo come dice De Andrè è una sfera di cristallo, dice che il vento si farà lupo e il mare si farà sciacallo, l’esperienza in Fegiz Files è stata l’ultima molto famosa, è durata 12 anni su Rai 2 ed era il diario settimanale di un critico, e quindi partiva da quello che avevo visto e sentito, e quindi per la carta stampata ne usi si e no il 5% - 10%, tutto il resto potrebbe entrare in un contenitore da un ora e mezza settimanale in cui c’era un dialogo molto bello oltre che con gli ascoltatori, proprio con gli artisti, e poi in Fegiz Files lavorava, è stato uno dei primi programmi radiofonici abbinato ad un sito internet e Fegiz Files è un forum del portale del Corriere.it ed è stato uno dei primi forum di internet perché è iniziato nel 93’ che internet era ancora una roba per pochi.

Un pensiero di commento sulla storica collaborazione con il Corriere della Sera

E’ il Corriere della Sera mi ha dato tutto, notorietà, fama, ed è ancora la mia famiglia, e io sono molto legato al Corriere, e il Corriere è anche legato a me, io conosco ogni piastrella di quel giornale, ho passato credo 8-9 direttori, per me è un luogo magico Via Solferino, è un luogo magico e spesso le mie partner o mogli del momento mi hanno rimproverato un eccessiva dedizione al Corriere, ah il tuo Corriere che viene prima di tutto! E devo ammettere che nel campo musicale, in cui compare quello, muore quell’altro, succede una cosa, io giocavo con mio figlio e arrivava la telefonata del capo che c’era da fare e questa è un’affinità che continua ancora da 40 anni ed è un cordone ombelicale fortissimo, io auguro a qualunque giornalista, di avere con la sua azienda di avere un rapporto come io ho avuto con il Corriere della Sera e i suoi direttori.

Come nasce l'idea della conferenza che si terrà nel contesto della "Milano Art Gallery" Venerdì 18 Ottobre, con l'organizzazione del manager Salvo Nugnes?

La cosa nasce così, io vengo spesso invitato da delle aziende, come magari a partecipare a delle serate così, però in realtà non so bene né cosa fare né cosa dire, allora, cosa ho fatto, con l’aiuto degli altri due autori che sono Maurizio Colombi e Giulio Nannini, abbiamo creato l’edizione smart dello spettacolo, che è senza musicisti, e con musiche registrate, ed è essenzialmente un mio monologo, ma un monologo può durare appunto senza musicisti e senza il contatto scenico appunto 25 minuti, che è il format ideale per delle convention, in cui io parlo, infatti si chiama Fegiz Show e non Io odio i talent show, insomma anche se è tratto dallo spettacolo teatrale vero e proprio, che è in tournée e che si chiama Io odio i talent show, quindi si chiama Fegiz Show e nella galleria che abbiamo sviluppato con Salvo, in cui ho detto secondo me, siccome c’è un aspetto della mia personalità che realmente non conosce, e siccome si ride molto, perché è uno spettacolo anche comico, che anche in 25 minuti riesco a trasmettere dei contenuti, delle emozioni, abbiamo pensato di proporlo, alle aziende per situazioni ci convention in cui la mia presenza, invece di essere quella della bella statuina, o di quello che introduceva il discorso, ha un senso preciso.

Un commento sul grande evento musicale con protagonisti Albano e Romina in concerto a Mosca Giovedì 17 Ottobre. Andrà di persona alla serata? E’ compiaciuto di questa "riappacificazione canora" di una delle coppie più celebri a livello internazionale?

Naturalmente si presenzierò alla serata, no naturalmente mica tanto, è stata una decisione, appunto a proposito di cordone ombelicale che ho con il corriere della sera decisa dal direttore, Ferruccio de Bortoli, e pur essendo io un collaboratore ormai esterno mi mandano a Mosca a seguire questa cosa, che cosa devo dire, è un pezzo della mia storia, della mia vita, il loro matrimonio, come il loro divorzio, io l’ho seguito perché facendo il critico musicale, seguivo le faccende commesse dalla musica anche se appunto fare il gossip in maniera specifica, ma qui non parliamo di gossip ma di una tragedia vera come quella di Ylenia Carrisi, io sono molto felice di vederli riuniti, il che ci porta ad una conclusione, che l’immaginario collettivo è più forte della realtà, né ha una, per la gente sono rimasti la coppia di “felicità, un bicchiere di vino con un panino la felicità” è una canzone che ha fatto commuovere tante generazioni, che ha fatto inveire, perché mai con questa canzone si pensava che potessero separarsi, ma spesso succede che le coppie che saltano, ma le canzoni restano, e l’immaginario collettivo le fissa, il fatto di assecondare questo metodo in maniera collettiva da parte di Romina e Al Bano, mi sembra un gesto intelligente, coraggioso, e che non ha soltanto motivazione economica ma evidentemente c’è qualcosa di più, perché ad un certo punto quando si fanno quattro figli insieme bisogna concedersi l’abbandonare delle armi l’un l’altro.


Mario Luzzatto Fegiz
Mario Luzzatto Fegiz
Mario Luzzatto Fegiz
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