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Intervista al cantautore e musicista Antonio Fiabane

Antonio Fiabane, musicista e paroliere di fama nazionale, ha varcato il confine sottile e tuttavia profondo tra il vivere di musica e il vivere per la musica, specialmente quando la musica è la propria.


Iniziamo subito. Come e quando è cominciata la sua passione per la musica?

Da piccolo ero un bambino balbuziente. E quindi credo che il mio problema fosse di comunicare. Paradossalmente poi ho fatto anche il dj in radio, insomma, per un po’ di anni, poi paradossalmente la cosa debole che c’avevo, lo strumento debole è diventato il mezzo che ho usato per comunicare con gli altri, col mondo, con gli altri.

Quali sono stati i suoi punti di riferimento nella musica? o nella vita anche?

In quegli anni là sicuramente...i grandi musicisti italiani, insomma no... adesso mi viene in mente Bennato, beh penso che fosse quello che piaceva di più quand’ero piccolo, poi gli Smiths, ecco, il gruppo inglese degli Smiths, questo in grande...e poi in piccolo i miei riferimenti sono stati Enzo Scianna, Stedio Stella, ovverossia i miei padri putativi per quel che riguarda il mondo del piano bar, in cui ho vissuto per tanti anni.

Ci racconta qualche esperienza o partecipazione che le ha dato particolare soddisfazione?

Mi ha dato una grande soddisfazione il fatto che la Regione Veneto tramite l’assessore De Bona nel 2006 mi ha dato l’incarico di scrivere una sorta di inno per l’emigrante, dedicato a tutti i veneti che sono in giro per il mondo, insomma dal Brasile alle Americhe, chiaramente questa cosa... avere il mio nome sotto il marchio del leone di San Marco della regione veneto, è lunghissimo so che è finito, è stato presentato in giro per il mondo, questa cosa mi ha dato particolare soddisfazione sapere che questa mia idea di canzone dell’emigrante arrivasse veramente un po’ in tutto il mondo.

Ha un termine per definire la sua musica?

C’è ma non te lo so dire quello che faccio... in realtà c’è ma è l’eterno problema di quando si parla se la musica sia, musica leggera intendo, ma succede anche alla musica cosidetta più nobile, se la musica sia copiata, se esista musica non copiata. Io non credo esista musica non copiata perché mi accorgo che io ogni volta che suono o scrivo qualcosa porto con me un messaggio genetico, che colleziona dentro tutti i dna dei musicisti con cui ho suonato, dei musicisti che ho ascoltato ed anche dei musicisti che non mi sono piaciuti, comunque sono una persona curiosa e non ascolto solo quello che mi piace, ascolto anche quello che dico “questo non mi piacerà”, insomma certo di ascoltare un po’ tutto ecco... allora ogni volta che canto o che suono o che scrivo dentro c’è un mondo di cose, nel mio cd “Riconosci i tuoi santi”, l’unica dedica che c’è, però è bella lunga, perché è a tutti i musicisti con cui ho suonato insieme,sono i nomi di tutti i musicisti con cui ho suonato e...

Mi vuole dire qualche nome?

No no, non son tanti, però il significato di questa cosa, nel senso che in fondo è come se tutti i musicisti, l’ho scritto nel disco, suonassero dentro anche quel disco, anche se materialmente non ci sono, è come se nel mio primo e unico disco finora... è come se tutte le persone con cui ho suonato finora suonassero...ecco.

Allora ha cantato con altri cantanti o musicisti importanti?

Ho avuto la fortuna di suonare con altri musicisti provenienti dal mondo del jazz, come Nello Gesutza.
O come Paolo Stefan, o guarda farei un torto a ricordarti... come faccio? Ho suonato veramente con tanti musicisti... ora condivido il palco con Alberto Manfrini. Al momento io sto facendo delle serate, in cui delle volte sono concerti con più musicisti, diciamo che in questo momento sto girando con questo trio, che sono due musicisti bellunesi con cui avevo cominciato a suonare tanti anni fa... di jazz, c’è anche Luca Bortolussi, Paolo Stefan che è stato un cantante, aveva il duo Genoveffan negli anni '70, ha fatto delle musiche da film con Bonacci.. però boh non so adesso, non so se è il caso che ne ricordiamo.. io nel disco ho fatto questa cosa, in questo momento ricordo quelli che stanno suonando con me in questo momento, che sono Alberto Mambrini e Dal Farra, vecchi amici, persone che suonano con me dall’84-85.. da quando ho cominciato, la cosiddetta Fiabane band, è nata lì in quegli anni là, e c’erano loro all’inizio.

Canterà durante la conferenza del professor Alberoni, come si sente al riguardo? Emozionato?

Innanzitutto mi sento onorato, onorato, onorato perché beh insomma, a proposito di età insomma, quando ti trovi innamoramento e amore, avevo 15 anni, ero un lettore precoce insomma... non era un libro da quindicenne pero’ so di averlo letto... quando è uscito avevo pressochè quell’età... eehh... boh adesso... che non mi fai far figure... non so se sono quindic’anni... però piu o meno quando è uscito Innamoramento e Amore iniziavo il liceo.
Sono onorato per questa cosa... sia Salvo Nugnes anche Marcella De Pra, due persone in maniera diversa organizzano questa cosa, la comunità in cui vivo che è Belluno mi ritiene adatto per andare lì, a cantare una cosa in una situazione che è invece importante per la cittadinanza, per le parole che verranno dette e spese, triplamente onorato, per la comunità che mi manda, dice che va bene che io vada li. Marcella De Pra che sarà sul palco con Alberoni la conosco da tantissimi anni.


Antonio Fiabane
Antonio Fiabane
Antonio Fiabane
Antonio Fiabane