Dalla povertà di Buenos Aires al cuore del Vaticano, il racconto di Salvo Nugnes su un Pontefice che ha rivoluzionato il modo di essere Chiesa. Incontri privati, viaggi nei luoghi della sua giovinezza e un’eredità destinata a durare
La notizia della scomparsa di Papa Francesco lascia un vuoto profondo e difficile da colmare. Per chi ha avuto il privilegio di incontrarlo, non è solo la fine di un pontificato, ma la perdita di una guida umana e spirituale senza precedenti. A raccontare questo dolore con voce toccante è Salvo Nugnes, che ha condiviso con il Pontefice momenti intensi, fin dall’udienza privata nei primi giorni del suo ministero. Uno sguardo, un saluto, un’energia che – come scrive – lo colpirono per la loro disarmante semplicità. Francesco non era un Papa da trono: era un uomo tra gli uomini, e questo lo si intuiva fin da subito.
Ma non si è trattato solo di incontri protocollari. Nugnes ha compiuto un vero e proprio pellegrinaggio a ritroso, volando fino a Buenos Aires, dove ha visitato la casa, il quartiere, la chiesa dell’infanzia di Bergoglio, ospitato da amici cari al Pontefice. Un viaggio nell’anima di chi ha portato le periferie del mondo al centro del cattolicesimo, senza mai perdere il contatto con la realtà. Il Papa gesuita, il primo latinoamericano, il primo a prendere il nome di Francesco, ha saputo incarnare la radicalità evangelica con forza e mitezza insieme. Le sue battaglie non sono state astratte: ha affrontato la piaga degli abusi, ha scosso le fondamenta della Curia, ha sfidato l’indifferenza dell’Occidente sui migranti, ha lottato per una Chiesa povera, ecologica e dialogante.
In tutto questo, Francesco ha dato voce ai giovani, ai dimenticati, agli ultimi. E proprio in quest’ottica si inserisce il progetto a cui Nugnes è stato recentemente chiamato a collaborare: l’evento legato alla canonizzazione di Carlo Acutis, il ragazzo della fede digitale, simbolo di quella Chiesa giovane e vicina al mondo virtuale che il Papa ha sempre incoraggiato. Una nuova generazione che non rinuncia al Vangelo, ma lo condivide con click, post e testimonianza concreta. Francesco lo aveva intuito prima di molti altri.
Il suo insegnamento non si è mai imposto con autorità ma con empatia. La sua eredità spirituale è incalcolabile, e rimarrà incisa nei gesti, più che nei documenti. In un mondo che ha fame di figure autentiche, la sua è stata una voce capace di ascoltare. Per Salvo Nugnes, Francesco resterà il Papa dell’incontro, colui che gli ha insegnato – con l’esempio più che con le parole – il significato profondo del servizio, della cura, della prossimità. E per milioni di fedeli nel mondo, il volto umano di una Chiesa che ha saputo mettersi in cammino.
Infine Nugnes conclude: “Credo ci sia qualcosa di profetico nella morte del Papa subito dopo la Pasqua. Il giorno dopo l’annuncio della resurrezione di Cristo il suo vicario sulla terra torna alla casa del Padre per consegnare a Dio stesso il compito di indicare il suo successore nel mondo attraverso la procedura arcana e mistica del Conclave. Pare quasi che per il servo dei servi di Dio, l’Onnipotente abbia voluto un commiato terreno che fosse anche un segno: una staffetta tra cielo e terra per porre Francesco tra i grandi pontefici della Chiesa, come il Santo di cui porta il nome.
L’ultima grazia per un gigante”.
Preghiera per Francesco:
Padre buono, fratello amato,
la tua voce risuona ancora nel silenzio del cuore.
Tu che ci hai insegnato a non temere la fine,
a non piegarci alla disperazione,
a credere che oltre la morte vive la speranza,
accompagnaci ancora.
Ora che il tuo sguardo si è immerso nell’eterno,
noi restiamo qui, con il dolore che ci abbraccia,
con le lacrime che scorrono senza chiedere permesso.
Ma tu ci hai mostrato la via:
la via della fraternità, della tenerezza, del coraggio.Donaci la forza di continuare il cammino,
anche quando il cuore è stanco,
anche quando la notte sembra più lunga.Ci mancheranno le tue risate, le tue lacrime condivise,
la tua presenza che scaldava l’anima.
Ma nulla di tutto questo è perduto:
lo portiamo con noi, nel profondo,
là dove la morte non ha potere.Francesco, tu vivi.
Vivi nella luce che ci hai lasciato,
nelle parole che ci hai donato,
nella strada che continueremo a percorrere.Veglia su di noi, cammina al nostro fianco.
Non lasciarci soli.
Non lasciarci mai.Amen. Salvo
Fonte: giornalelavoce.it